Il Poliambulatorio Akesis Barbarossa di Lodi è fornito di attrezzature e tecnologie all’avanguardia, tra cui uno YAG laser per il comparto oculistico. Di cosa si tratta e per cosa viene utilizzato? Ne abbiamo parlato con il Dottor Riccardo Forte, specialista in Oftalmologia.
Dottor Forte, la pratica oculistica si avvale dell’utilizzo del laser per il trattamento chirurgico di numerose patologie. Che cos’è la laserterapia?
Il laser è uno strumento che emette un fascio di radiazioni luminose dotate di grande energia. La radiazione emessa dal laser può essere nello spettro visibile (quindi l’occhio umano è in grado di percepirla e può essere gialla, verde, rossa in base alla lunghezza d’onda) o nello spettro non visibile, ad esempio nell’ultravioletto e nell’infrarosso.
Il laser viene utilizzato in moltissimi campi: oltre che in quello medico anche in grandissima parte in campo industriale per eseguire tagli di precisione, per ottenere misurazioni precise ecc.
Per quanto riguarda il suo utilizzo in ambito medico, sicuramente l’oftalmologia è una delle specialità che ne sfrutta le potenzialità in numerosi campi: dal trattamento di svariate patologie retiniche al trattamento di alcuni tipi di glaucoma, dalla risoluzione del problema della cataratta secondaria alla correzione dei difetti visivi ecc.
Per quanto il trattamento laser di qualunque tipo vada sempre inteso come un intervento chirurgico (o meglio “parachirurgico”) e quindi non ha le caratteristiche “miracolose” come a volte si pensa, va sempre considerato come una procedura mini-invasiva e per qualunque motivo venga eseguito non necessita di particolari tipi di anestesia o di ricovero.
All’atto pratico come si svolge una seduta di laserterapia?
Il modo in cui si svolge la procedura laser dipende dall’intervento che viene eseguito: nella maggior parte dei casi il laser è accoppiato ad una lampada a fessura che è lo strumento principale di uso comune dello specialista oftalmologo e che tutti i pazienti conoscono, mentre in alcuni casi, ad esempio per la correzione dei difetti refrattivi (miopia, ipermetropia, astigmatismo) il paziente viene trattato disteso su un lettino.
Tra i laser più innovativi c’è lo YAG laser. Ci può spiegare le sue peculiarità?
Lo YAG laser (nome completo Nd: YAG ovvero Neodimio Yttrium Aluminium Garnet) è un laser che ha la capacità di interagire con i tessuti bersaglio, di provocare alterazioni dei tessuti stessi nel senso desiderato.
Lo YAG laser si presta a una varietà di utilizzi; in quali condizioni lo utilizza in particolare?
Due tra i più diffusi utilizzi di questo tipo di laser sono la risoluzione della cataratta secondaria e la prevenzione del glaucoma acuto in occhi predisposti; questo perché nel primo caso la radiazione interagisce con la capsula posteriore del cristallino provocandone una lacerazione, mentre nel secondo caso interagisce con il parenchima dell’iride provocando un’alterazione dei tessuti per ottenere un forellino microscopico che è l’effetto cercato.
Che cos’è la cataratta secondaria?
La cataratta secondaria, che come abbiamo visto è uno dei principali inconvenienti che il laser YAG può risolvere, non è altro che l’opacamento della capsula posteriore del cristallino che viene lasciata in sede durante l’intervento chirurgico di cataratta. Il fatto che la capsula posteriore sia in sede durante l’intervento è utile, tra l’altro, per il buon posizionamento del cristallino artificiale.
Dopo un periodo di tempo variabile (alcune settimane ma a volte anche anni) soprattutto nei pazienti più giovani, la capsula posteriore lasciata in sede può opacarsi, con un calo dell’acutezza visiva e sensazione di annebbiamento, proprio come in caso di cataratta, e da qui il nome di cataratta secondaria.
Lo YAG laser ha dei vantaggi in termini di efficacia e sicurezza rispetto ad altre tecniche?
Nel caso della cataratta secondaria si può intervenire con lo YAG laser che durante un trattamento assolutamente indolore della durata di pochi minuti produce un’interruzione della capsula posteriore opacata con ripristino della funzionalità visiva.
Il trattamento è sicuro e praticamente senza rischi e non presenta alternative valide, visto che l’unico trattamento possibile sarebbe la capsulotomia chirurgica in sala operatoria con tutte le implicazioni del caso e le possibili complicanze, procedura che veniva eseguita un tempo, prima del dell’avvento del laser, e che oggi non viene più eseguita.