“Prova costume”: un mito dannoso da superare. Perché evitare il fai da te e le diete lampo

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Quando l’estate è alle porte, cresce l’ansia della “prova costume” e del dimagrimento a tutti costi, anche attraverso diete lampo e il “fai da te”. Errori che possono costare davvero molto cari. Abbiamo parlato di questo argomento con una specialista nel campo della Nutrizione, la dottoressa Mara Seghizzi.

Dott.ssa Seghizzi, si avvicina la “prova costume” e molti si preparano seguendo diete lampo. È una strategia corretta?

Innanzitutto bisogna premettere che non dovrebbe esistere nessuna “prova costume”. Si tratta di un concetto da superare che poggia le sue fondamenta nella cosiddetta “Diet culture”. In tale sistema culturale, infatti, la “dieta” viene intesa come un periodo di privazione e rinunce con una data di inizio e di scadenza, oltre la quale si ritornerebbe alle abitudini precedenti, finendo poi di conseguenza a cadere nel circolo vizioso delle diete infinite. 

Chiariamo bene, la dieta non è un regime alimentare da seguire per un periodo limitato, solo per perdere peso. Di conseguenza le diete lampo, fini a sé stesse, non sono assolutamente nemmeno da prendere in considerazione. Il focus, invece, andrebbe posto sull’educazione alimentare “tutto l’anno”. Ovvero sull’acquisizione di abitudini alimentari che ci porteremo con noi per tutta la vita, senza privarsi del piacere della tavola, ma educando il proprio gusto, con un atteggiamento sereno e consapevole nei confronti del cibo, senza alimenti da demonizzare. 

Ricordiamoci, inoltre, che mangiare non significa solo “nutrirsi” ma anche convivialità e condivisione con le persone che amiamo, senza privazioni, ma sempre all’insegna del buonsenso e dell’equilibrio.

Perché queste diete dell’ultimo momento possono essere controproducenti?

Le diete “fai da te” sicuramente non tengono conto dei propri fabbisogni nutrizionali e, di solito, comportano l’eliminazione o l’estrema riduzione di intere categorie di alimenti (vedi per esempio le diete detox a base di sole frutta e verdure e prive di carboidrati). Si tratta di alimentazioni molto rigide e drastiche, fortemente squilibrate e di conseguenza destinate a fallire (e direi, per fortuna) in quanto non sostenibili nel tempo e prive di qualsiasi base di educazione alimentare. 

Inoltre, quando si seguono alimentazioni troppo restrittive il rischio è quello di perdere peso principalmente in termini di massa magra, rallentando di fatto il proprio metabolismo basale e recuperando i chili persi con gli interessi. Ci si ritrova così, dopo ogni nuova “dieta”, con percentuali di massa grassa più alte rispetto a prima (il cosiddetto “effetto yo-yo”) e con uno stato di salute fisica decisamente peggiorato. 

Tutto ciò, tra l’altro, impatta fortemente sulla sfera emotiva e psicologica, con il rischio concreto di sviluppare disturbi del comportamento alimentare (DCA). Quindi assolutamente NO ai regimi alimentari drastici ed improvvisati. Si sta giocando pericolosamente con la propria salute.

E il digiuno?

Il digiuno, soprattutto se praticato con l’intenzione di dimagrire, penso sia sempre controproducente. 

Innanzitutto, espone al rischio di attacchi di fame e ad abbuffate, sottoponendo di fatto il nostro corpo ad uno stress continuo. Ognuno di noi ha un metabolismo basale che, per semplificare, corrisponde al minimo di energie di cui necessita il nostro organismo per svolgere tutte le funzioni vitali. Il digiuno non ci consente di raggiungere i nostri fabbisogni minimi corretti e quindi non è mai una scelta equilibrata e sensata per perdere peso.

Per dimagrire in modo sano è essenziale seguire una dieta equilibrata nel corso di tutto l’anno. Quali sono i suoi consigli?

Il consiglio più importante è quello di mettere in atto un cambio di prospettiva rispetto alle accezioni negative che vengono associate, ancora oggi nel luogo comune, al termine dieta. 

Bisogna capire che “dieta” significa “stile di vita” e non privazione o rinuncia. Una dieta per essere efficace deve essere equilibrata e sostenibile nel tempo e deve focalizzarsi sull’acquisizione di buone abitudini, trovando il giusto equilibrio tra tutti gli alimenti. Per esempio, quando cominciano il piano alimentare i pazienti mi riferiscono sempre di stupirsi nel constatare che non solo non “fanno la fame”, ma in realtà sembra loro di mangiare più di prima. Questo per dire quanto ancora oggi sia forte il pregiudizio nei confronti delle diete. 

Fortunatamente, noto anche con piacere, soprattutto nelle nuove generazioni (ma non solo), la voglia di “imparare a mangiare” e di iniziare un percorso di educazione alimentare, senza focalizzarsi necessariamente sul peso o sulla forma fisica, ma mettendo al centro il proprio benessere. Spero fortemente che sia un segnale di un cambiamento che possa aiutare a contrastare sempre di più quell’insieme di credenze e di falsi miti che circolano sulle diete che hanno fatto (e purtroppo ancora fanno) molti danni alla salute psico-fisica delle persone.

Perché è importante evitare il fai da te e rivolgersi a un professionista della Nutrizione?

Rivolgersi ad un professionista competente è fondamentale proprio perché ognuno di noi è unico ed ha uno stile di vita, una storia clinica e personale, dei gusti e dei fabbisogni nutrizionali diversi. 

Prima di procedere all’elaborazione di un piano alimentare, infatti, è necessario visitare il paziente, fare un’approfondita anamnesi clinica, valutare il suo stato nutrizionale ed i suoi fabbisogni energetici con apposite misurazioni, tenendo conto di molteplici fattori che solo un professionista nel campo della nutrizione è in grado di determinare. Quindi, l’alimentazione deve essere personalizzata e cucita sulle esigenze del paziente. Non bisogna mai ricorrere al “fai da te”, a diete preimpostate reperite online oppure “copiare” la dieta di un conoscente. Per semplificare, l’alimentazione di uno sportivo non può essere la stessa di una casalinga o di un adolescente o di una donna in menopausa. Il rischio dell'”improvvisarsi nutrizionisti di sé stessi”, quindi, è quello di compromettere la propria salute e di peggiorare la propria composizione corporea, peraltro senza raggiungere l’obiettivo prefissato. 

Come Nutrizionista il mio obiettivo, invece, è quello di aiutare i pazienti a trovare un proprio equilibrio, aiutandoli nell’acquisizione di abitudini alimentari sane che entrino a far parte del proprio stile di vita per tutelare la propria salute e il proprio benessere, con un approccio sereno verso il cibo. Durante la visita, infatti, oltre ad effettuare le valutazioni necessarie e la misurazione della composizione corporea, non mi focalizzo assolutamente sul peso (anzi, per esempio spiego che esiste una sostanziale differenza tra dimagrire e perdere peso) ed inserisco sempre i concetti base dell’educazione alimentare, sottolineandone l’estrema importanza.