Prevenzione urologica nell’uomo: quando farla e come funziona

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Dopo i cinquant’anni, la prevenzione diventa un fattore imprescindibile della vita di una persona. Sono molti gli uomini che in Italia dichiarano di non sentire il bisogno di recarsi dal medico, circa il 30%. Tuttavia, in questa percentuale di popolazione, il rischio di contrarre malattie e di trascurarle per anni è molto più elevato.

Il tumore alla prostata è tra i più diffusi tra la popolazione italiana maschile e la prevenzione può aiutare a contenere la progressione della malattia. Inoltre, con l’invecchiamento, gli uomini presentano via via sempre più difficoltà nella minzione e nella gestione della vita sessuale. Una visita urologica consente di individuare la causa delle problematiche e di intervenire per migliorare la qualità della vita.

Quando fare la prima visita urologica di prevenzione?

Il consiglio di tutti i medici è quello di intensificare le visite urologiche di prevenzione a partire dai 50 anni, in quanto da questa età in poi i tumori alla prostata sono molto più diffusi. Tuttavia, secondo recenti ricerche, il tasso di casi di cancro alla prostata tra i giovani (sotto i 40 anni) sta crescendo del 2% ogni anno.

Per quanto riguarda i giovani sotto i 40 anni, si consiglia di effettuare l’esame preventivo alla prostata solo se in famiglia ci sono stati dei casi di cancro. Inoltre, è bene effettuare un esame ematico del PSA (antigene prostatico specifico). Qualora questo valore non rientrasse nel range di normalità, è opportuno effettuare l’esame urologico periodicamente.

Ogni quanto effettuare la visita urologica preventiva?

Dai cinquant’anni in su, si consiglia di effettuare la visita urologica ogni anno. Prima del compimento di questa età e dopo i 75 anni è sufficiente effettuare la visita solo in caso di sintomi quali difficoltà nella minzione o elevato numero di volte in cui ci si reca al bagno, getto lento e faticoso, esitazione nell’uscita dell’urina o incapacità di svuotare del tutto la vescica.

Tuttavia, potrebbe essere richiesta una frequenza maggiore per chi presenta obesità, fuma o ha familiarità con i tumori alla prostata.

Come funziona la visita di prevenzione urologica nell’uomo?

La prevenzione urologica si divide in due parti: la prima consiste nell’effettuare un esame del PSA, ovvero un semplice prelievo del sangue che si concentra su questo elemento per scoprire se vi sono eventuali segnali dell’insorgenza di un tumore alla prostata.

La seconda riguarda l’esame obiettivo, da effettuare nello studio medico di un urologo esperto. Il professionista, innanzitutto, raccoglie informazioni sulla storia famigliare del paziente, in particolare se ci siano stati casi di tumore alla prostata nelle generazioni precedenti.

Il medico si occupa poi di verificare che non ci siano rigonfiamenti nella parte bassa dell’addome, sulla schiena o all’altezza dei genitali. Infine, si passa all’esame rettale, che consiste nella palpazione interna della prostata.

In alcuni casi, è necessaria anche un’ecografia per osservare meglio la forma e il funzionamento della prostata.

Uroflussometro: cos’è e come funziona

Negli ambulatori Akesis di Lodi e Pavia siamo dotati anche di uroflussometro, uno strumento che permette di studiare e valutare il flusso urinario durante la minzione e può consentire di evidenziare l’eventuale presenza di un’ostruzione.

L’uroflussometria è un esame per nulla invasivo e richiede al paziente di effettuare la minzione all’interno di uno speciale apparecchio. Per far sì che i risultati siano attendibili, il paziente deve presentarsi in ambulatorio dopo due ore dall’ultima minzione, così che il flusso sia ottimale, non troppo debole né troppo di getto.

L’esame può essere effettuato sugli uomini, per scoprire malattie come l’ipertrofia prostatica, ma anche sulle donne, soprattutto quelle in menopausa o che hanno subito una gravidanza difficoltosa, per migliorare la loro vita quotidiana.

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