Emicrania: l’importanza del fattore psicologico

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Tutti, prima o poi, provano il dolore dell’emicrania, una condizione comune, caratterizzata da forti e ricorrenti episodi di mal di testa, spesso accompagnati da sintomi come nausea, sensibilità alla luce e al suono. Si stima che l’emicrania colpisca circa il 15% della popolazione mondiale, influenzando significativamente la qualità di vita dei pazienti che ne soffrono.

Mentre la causa esatta dell’emicrania non è ancora completamente compresa, è emerso che vari fattori psicologici possono contribuire alla frequenza, all’intensità e alla durata delle crisi emicraniche. Scopriamo meglio il rapporto tra forte mal di testa e ansia: può lo stress causare l’emicrania?

Fattori psicologici ed emicrania

Il legame tra lo stress e le crisi emicraniche è ben documentato. Situazioni stressanti, come pressioni lavorative, problemi relazionali o eventi traumatici, possono innescare o intensificare le emicranie. 

Ma cosa succede a livello microscopico? Dal punto di vista scientifico, l’emicrania è una condizione neurovascolare caratterizzata da alterazioni nel flusso sanguigno cerebrale e nell’attività neuronale. Lo stress, in particolare, può scatenare una serie di eventi fisiologici che possono innescare o intensificare le crisi emicraniche.

In presenza di uno stress psicologico o emotivo, si verifica un aumento della produzione di neurotrasmettitori come la noradrenalina e la serotonina nel cervello. Questi neurotrasmettitori possono alterare il funzionamento dei vasi sanguigni cerebrali, causando una vasocostrizione seguita da una dilatazione eccessiva (vasodilatazione). Questa sequenza di eventi può provocare infiammazione e sensibilizzazione dei nervi cranici, che sono coinvolti nell’insorgenza del dolore emicranico.

Un processo simile avviene anche in caso di ansia e depressione. Questi disturbi possono influenzare negativamente la percezione del dolore e la capacità di far fronte alle emicranie. 

Tratti della personalità e comportamenti che influiscono sull’emicrania

Diversi studi scientifici hanno dimostrato che alcuni tratti della personalità e determinati comportamenti possono aumentare il rischio di soffrire di emicrania. Ad esempio, la tendenza alla perfezione, all’autocritica e all’autocontrollo eccessivo è stata associata a una maggiore suscettibilità all’emicrania.

Alcuni comportamenti, come il sonno irregolare, l’eccessivo consumo di alcol o caffeina, la mancanza di attività fisica e l’ignorare i segnali di affaticamento possono anche contribuire all’insorgenza delle emicranie. 

Come gestire l’emicrania

In molti casi, l’emicrania può risultare invalidante ed è quindi necessario intervenire immediatamente sui fattori che la causano. Se non viene adeguatamente curata, l’emicrania può avere un impatto significativo sulla qualità della vita e sul benessere generale del paziente

Gli episodi di dolore potrebbero ripetersi molto spesso e con crescente intensità, portando la persona a un riposo forzato, a isolamento, ma anche a crescente ansia e depressione.

Un primo rimedio per contrastare l’emicrania è quello di modificare alcune abitudini, come il mantenimento di una routine di sonno regolare, l’evitare o limitare l’assunzione di alimenti o bevande scatenanti (come cioccolato, formaggi stagionati, caffè, alcol), l’adozione di tecniche di gestione dello stress come il rilassamento muscolare, la meditazione o la terapia cognitivo-comportamentale.

Esistono diversi tipi di farmaci che possono essere prescritti per il trattamento degli episodi di emicrania. È fondamentale seguire attentamente le indicazioni del medico e monitorare gli eventuali effetti collaterali.

Molte volte, se l’emicrania è legata ad aspetti della personalità o a una scarsa competenza nella gestione delle emozioni, un ausilio importante per il paziente è rappresentato dalla figura dello psicologo

Approcci Terapeutici Integrati

Gli approcci terapeutici integrati per l’emicrania sono volti a considerare sia i fattori biologici che psicologici che contribuiscono alla patologia. Le terapie cognitive comportamentali (TCC) sono spesso impiegate per aiutare i pazienti a identificare e modificare i pensieri e i comportamenti negativi associati all’emicrania. 

Queste terapie includono anche tecniche di gestione dello stress, come il biofeedback e il rilassamento muscolare progressivo, che mirano a ridurre la tensione fisica e favorire una maggiore consapevolezza del corpo. Altre strategie terapeutiche possono comprendere l’educazione del paziente sull’emicrania, l’adozione di uno stile di vita sano e l’utilizzo di farmaci appropriati, se necessario. 

È importante consultare un professionista sanitario specializzato per determinare il trattamento più adatto a ciascun individuo. All’interno dei nostri ambulatori Akesis puoi inoltre incontrare i migliori psicologi qualificati, pronti ad accoglierti con rispetto e discrezione, per individuare il percorso migliore per offrirti una maggiore qualità della vita.

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